Lo sapevi che c'è un paesello nella provincia di Imperia dove oltre ad esserci dell'ottimo vino rossese e paesaggi incantati, abbiamo trovato anche l'esistenza di veri fantasmi nel suo castello arroccato nella sua collina? Vieni a visitare il posto più bello del mondo, e già da subito ti sentirai di vivere in una cartolina, come lo sono i suoi cittadini.
17/09/10
Autunnonero Festival Internazionale di Folklore e Cultura Horror a Dolceacqua
Per Autunnonero 2010 due grandi appuntamenti da non perdere: la Halloween Gothic Fest a Dolceacqua e il Convegno di Studi sul Folklore e il Fantastico a Genova
Sabato 30 e domenica 31 ottobre, nel centro storico di Dolceacqua (IM), spettacoli, grandi concerti ed esclusive, degustazione di cioccolato e di prodotti tipici. Il 13 e il 14 novembre a Genova - Castello d’Albertis esperti e studiosi di folklore e fantastico a confronto
23/04/10
Ronde del Rossese


La Ronde del Rossese di Dolceacqua si svogerà il 29-30 maggio 2010 in Val Nervia(Provincia di Imperia) terra del vino Rossese di Dolceacqua su un percorso su asfalto di
10,20 km. da ripetere quattro volte di cui tre valide per la classifica. La lunghezza totale
delle prove sarà di km. 40,80 su un percorso totale di km. 109,60. Gli spazi logistici
saranno localizzati in Località Bigauda a Camporosso per il parco assistenza e in Piazza
Garibaldi e in Piazza S.Filippo a Dolceacqua per la partenza ed arrivo, riordino e direzione
gara.
Saranno ammesse, con apertura anche ai concorrenti stranieri, le seguenti vatture:
- Vetture di Produzione (Gr. N)
- Vetture Turismo (Gr. A)
- Vetture Super 1600
- Vetture Super 2000
- Vetture WRC
- Gruppo R
- GT
- Racing Start
- Vetture fuori omologazione
- Vetture storiche, per un massimo di 10 (a discrezione degli organizzatori).
La Manifestazione si svolgerà in abbinamento a “I tesori della Riviera dei Fiori”, evento
enogastronomico organizzato dalla Comunità Montana Intemelia per la presentazione al
pubblico delle nuove produzioni di vino e olio dei produttori locali.
Programma
giovedì 30 aprile apertura delle iscrizioni c/o AC Sanremo servizi, tel +39.0184.572325
venerdì 21 maggio chiusura delle iscrizioni
sabato 29 maggio ore 17,00 - Apertura Parco Assistenza Loc. Bigauda, Camporosso.
ore 08,30 - 13,00 verifiche sportive
ore 09,00 - 13,30 verifiche tecniche
ore 14,00 - 18,00 ricognizioni tre passaggi con strada chiusa contromano
ore 21,00 - pubblicazione orario di partenza
domenica 30 maggio ore 07,50 - Partenza del 1° Concorrente
ore 09,40 – 1° Riordino a Dolceacqua
ore 12,20 – 2° Riordino a Dolceacqua
ore 15,00 – 3° Riordino a Dolceacqua
ore 17,10 – arrivo del 1° Concorrente
ore 17,30 – Premiazione.
ore 20,30 – pubblicazione delle classifiche
ore 21,00 – chiusura Parco Assitenza.
per informazioni: www.acisanremo.it
contatti: ufficiostampa@acisanremo.it
Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale
05/04/10
18/01/10
Il 'Collare Leonardo Da Vinci' al Comune di Dolceacqua

Al Comune di Dolceacqua è stato assegnato il Primo Premio del “Collare Leonardo da Vinci” promosso dall’Associazione Culturale “Athena” di Catania con la seguente motivazione “Per il suo fervido e generoso contributo all’affermazione per le Arti e la Cultura per l’anno 2009”.
Il premio, ritirato in occasione della premiazione, dall’Artista Elio Lentini che vive ormai da anni a Dolceacqua, è un riconoscimento alle molteplici attività culturali che il piccolo Comune dell’entroterra del Ponente Ligure, da anni realizza in collaborazione con Associazioni ed artisti: mostre, teatro, premi letterari, presentazioni di libri, concerti sono ormai una realtà costante. A questi si aggiunga la sempre più costante crescita di laboratori artigianali ed artistici nel centro storico.
“Un riconoscimento inaspettato – dichiara il Sindaco Fulvio Gazzola – e per questo maggiormente gradito, che ci rende orgogliosi e conferma come gli sforzi fatti i questi anni nell’investire in eventi culturali possa dare risultati importanti in termini di immagine, anche a livello nazionale. A nome dell’Assessore alla Cultura Jamila Chilà e di tutti gli Amministratori, sento l’obbligo di condividere questo Premio con tutti gli artisti che hanno partecipato ai vari eventi teatrali, musicali ed espositivi; tra questi il Maestro Barbadirame recentemente scomparso. Ma il principale riconoscimento và a Renato Gamalero, Presidente del Centro Ricreativo e Culturale di Dolceacqua che è il vero motore delle principali iniziative culturali. Amante della Cultura e dell’arte, è per me un prezioso ed insostituibile collaboratore.”
fonte http://www.sanremonews.it
14/11/09
Tra Tradizione e storie di fantasmi

La prima e forse la piu’ importante manifestazione dell’anno è la processione di San Sebastiano, che si svolge la domenica piu’ vicina alla festa del santo (20 gennaio). Si tratta di un’ arcaica festa pagana, forse di origini protostoriche.
Un’ apposita confraternita, detta dei Bastianin cura la crescita di diversi alberi in modo che ogni anno, si possa tagliarne uno di grandi proporzioni.
Trasportato nell’ oratorio di San Sebastiano nel quartiere del Borgo, la sera della vigilia della processione ostie colorate vengono appese ai rami dell’ albero per simboleggiare l’ abbondanza e la varietà dei futuri raccolti agricoli. Il giorno seguente si svolge la processione in paese e l’albero apre il lungo corteo, seguito dalla statua del santo.
Il 16 agosto la festa della michetta rievoca un episodio in cui storia, tradizione popolare e leggenda sono strettamente intrecciati. L’episodio storico è legato ai soprusi del tiranno Imperiale Doria del XIV secolo.
E’ diffusa convinzione fra gli studiosi che anche il signore di Dolceacqua praticasse lo jus primae noctis. Ma una giovane coraggiosa, una sposa diciassettenne che qualcuno identifica con Lucrezia e altri con Filomena, si rifiutò e fu gettata in prigione in catene. La Lucrezia della prima leggenda fu salvata dalla sollevazione popolare guidata dallo sposo, un certo Basso, che cacciò il tiranno per qualche tempo; la Filomena della seconda versione invece morì dopo un mese e pare che il suo fantasma vaghi tuttora inquieto fra le rovine del castello.
La vittoria del popolo contro l’ odiato tiranno fu festeggiata il 16 agosto. Si narra che per l’ occasione fu preparato un semplice dolce, la michetta, una specie di doppia brioche dal nome allusivo, riferito alla liberazione della donna. Da allora è tradizione che il mattino del 16 agosto un’ allegra brigata di giovani, accompagnati da un’ orchestrina, compia il giro dei due quartieri del paese visitando le cantine e sostando sotto le finestre delle ragazze, alle quali viene chieste a gran voce la “michetta”. Le ragazze rispondono maliziosamente calando dentro un cesto i caratteristici e trasportate da un mulo, saranno poi distribuite in beneficenza.
Nella seconda metà di agosto in un settore della piazza della chiesa si svolgono i tornei di pallone elastico. Si affrontano due squadre, formate da squadrette; il pallone è di gomma elastica, ma un tempo era di cuoio e richiedeva una notevole potenza e forza nel polso e nel pugno.
Il Natale viene annunciato da grandi di falò che vengono approntati nelle piazze dei due quartieri del paese. U foegu du Bambin richiede enormi cataste di legno, che bruciano ininterrottamente dalla vigilia di Natale ad alcuni giorni dopo.
Se queste sono le feste tradizionali di Dolceacqua, bisogna dire che molte occasioni si presentano durante l’anno per festeggiare e mettersi a tavola in allegre compagnie. Vi sono infatti le feste campestri presso le cappelle sparse nelle campagne (San Bernardo, San Cristoforo, San Rocco ecc.) e soprattutto la Madonna Addolorata: il festino inizia con la processione la seconda domenica di settembre e si protrae per diversi giorni, chiudendo l’estate in allegria.
Né si possono dimenticare i fuochi d’ artificio di agosto, che illuminano con mille luci lo specchio d’acqua ricavato fra i due ponti e rievocano l’incendio e la distruzione del castello, accompagnati da commento parlato e musicale.
Infine si ricorda che le principali feste di Dolceacqua sono allietate dalle note dalla banda musicale locale, il cui ampio repertorio si adatta alle circostanze.
09/11/09
Curiose citazioni trovate in internet su Dolceacqua

Il pane, la (dolce) acqua e i romani
Dolceacqua, entroterra di Ventimiglia. Ovviamente la guida del Touring ci erudisce sul fatto che no, il nome
proprio non c’entra nulla col fiume che passa nel paese. E noi che c’eravamo illusi. Camminiamo nelle vie
della parte più antica del borgo e ci imbattiamo in un gruppo di turisti stretti gli uni agli altri a ridere e
vociare. Chi saranno mai? E cosa avranno trovato di così divertente? Alla prima domanda rispondiamo
senza fatica quando sentiamo un grido di battaglia del tipo “Ao’, veni a legge ‘sta storia che ffà morì
darride!” In quel momento, non so perché, mi vengono in mente le lapidarie parole pronunciate un giorno
da un amico marchigiano: “I romani ci invadono”.
La fonte dell’ilarità di questo gruppo di turisti della capitale è un pannello attaccato alla facciata di una casa.
Lungo il cammino ne ho già visti degli altri: ognuno di essi racconta una tappa della storia di Dolceaqua o un
particolare dell’artigianato locale o dei dintorni del paese. Quello che abbiamo di fronte ci parla della
michetta, una tipica forma di pane prodotta e venuta in abbondanza dalle panetterie del luogo, con tanto
di cartelli pubblicitari posti all’esterno dei negozi.
La storia è presto detta, anzi, sarebbe presto detta se tra una frase e l’altra non si intromettessero i romani
con i loro commenti.
…Nel medioevo Dolceaque era sotto la dominazione di un marchese che pretendeva di applicare lo jus
primae noctis…
“Aò, che vvordì sto iusse?” “Che a prima notte er marchese te t******a ‘a moje!” “Anvedi sto s*****o!”
Finissimi, davvero finissimi.
…Un giorno alcune donne del paese si ribellarono a questa barbara usanza…
“Han fatto bene!” tuona una delle fanciulle presenti, rivolta, credo, a suo marito. “E se ‘un la smetti de
comportarte come ‘n burino fai anche te come er marchese: ta’a puoi pure scordà!”
Finissima, davvero finissima. E meno male che era il marito a non doversi comportare come un burino.
…Le paesane riuscirono a organizzare una rivolta contro il marchese che fu costretto a emettere un editto
che cancellava lo jus primae noctis. Per festeggiare la vittoria, le fornaie di Dolceacqua crearono un pane
dalla forma davvero particolare, che ricordava “la parte privata delle donne”…
“Aò, han fatto er pane a forma de ******! Gajarde! Pensa che forma j’avrebbero dato se avesse vinto er
marchese!”
Finissimi, semplicemente finissimi.
…Le signore diedero a quelle pagnottine lo stesso nome con cui, in dialetto, si riferivano a quella parte di
loro stesse: la michetta.
“Aò, damme du chili de michetta!” dice uno dei romani mentre batte con forza una mano sulla spalla di
quella che, credo ancora per poco, poteva essere la sua fidanzata o sua moglie. Scoppio di ilarità generale,
con tanto di battute su quanti chili di pane comprare, a che prezzo (carissimo, questa è l’unica cosa su cui
tutti sembrano d’accordo) e soprattutto con quale frequenza.
Finissimi, definitivamente finissimi.
Eppure mi ritrovo anch’io a non riuscire a smettere di ridere. Perché? Perché lo stesso pannello che stanno
leggendo i romani (finissimi!) lo si può trovare appeso a poca distanza da lì, tradotto in diverse lingue a uso
e consumo dei turisti stranieri, siano essi inglesi, francesi o tedeschi. Naturalmente, la prima cosa che faccio
è andare a leggere l’ultima parte della storia, quella che parla del pane a forma di quella cosa lì. Sono
curioso di scoprire come venga proposta la similitudine agli amici stranieri. “The female private part” recita
il cartello per gli inglesi. “La parte privata delle donne”. E io che pensavo che quella più privata di tutte
fosse la carta di credito. Ingenuo.
Mi lascio la mandria di romani alle spalle e continuo a passeggiare. Nonostante la mia volontà di mettere
quanto più spazio possibile tra me e loro, non faccio molta strada. Mi ritrovo infatti a passare davanti a una
panetteria e a buttare un occhio alla vetrina. Tra le ceste di pane spunta un cartello “Qui michette”. Mi
immobilizzo. “In che senso?” mi interrogo. Alzo gli occhi e incrocio lo sguardo della commessa che aspetta
all’interno, a pochi passi dalla porta. Vorrei tanto entrare e porre la domanda così, in maniera diretta e un
po’ surreale. Magari ci faremmo due risate e poi, con grande pragmatismo, lei mi rifilerebbe mezzo chilo di
pane (pagato oro) prima di congedarmi. E mi ritroverei da lì a poco a sbocconcellare pagnottine in giro per
Dolceacqua
Ma qualcosa mi consiglia di procedere oltre: dietro di me già sento le voci dei romani che si avvicinano.
“Ao’! Guarda che ce stà scritto sur cartello!” “Famme vede! Famme vede!” gli fa eco qualcun altro. Non ho
dubbi: loro non si fermeranno di fronte a valutazioni di opportunità o educazione. Entreranno e parleranno
con la commessa. Porranno le domande che io non ho avuto il coraggio di porre, faranno battute che io non
avrei nemmeno avuto il coraggio di pensare. E investiranno metà del loro stipendio comprando dodici chili
di pane, del tutto inutili, che finiranno per diventare stantii prima che i barbari li abbiano mangiati. Ma sono
fatti così, esagerati e caciaroni in tutto e per tutto. Eppure, a modo loro, sono anche simpatici. E poi…
com’è che diceva il mio amico marchigiano? “I romani ci invadono”. E pensare che i suoi erano originari di
Latina. Misteri della geografia italiana.
Andrea Borla
Ringraziamo per il testo www.andreaborla.com
27/10/09
Rossese di Dolceacqua citato nella "Guida al Vino Quotidiano 2010"

fonte www.riviera24.it
12/09/09
Il castello e il suo borgo affascinano sempre di più.
Claude Monet diceva che per dipingere la Riviera ligure occorrevano diaspri e pietre preziose. Vi tornò all'inizio del 1884, dopo una precedente visita a Genova insieme con Renoir, espressamente per cogliere le atmosfere della costa come pure dei borghi arroccati dell'entroterra.
Di Dolceacqua - qui raffigurato in un olio conservato a Parigi presso il Musée Marmottan - lo colpirono il castello spettrale, l'abitato arroccato sotto di esso, detto localmente "Terra", e il ponte ardito a schiena d'asino tardo-medievale, che unisce la "Terra" al "Borgo", sulla riva opposta del Nervia.
Il quartiere "Terra" ha conservato intatta la struttura antica, articolata secondo semicerchi concentrici che salgono, uniti da passaggi coperti e facilmente difendibili, che rendevano il castello inespugnabile.

E imprendibile residenza principesca rimase per secoli, da quando il suo fondatore - il genovese Oberto Doria, vincitore sui Pisani alla battaglia della Meloria (agosto 1284) - si insediò a Dolceacqua per assicurarne la difesa contro le mire francesi, fino agli ampliamenti quattrocenteschi, fino alla parziale distruzione durante la guerra franco-austriaca del 1745.
21/08/09
DOLCEACQUA - Una delizia incastonata nel verde che stregò pure Claude Monet

DOLCEACQUA - Una delizia incastonata nel verde che stregò pure Claude Monet, uno che di natura se ne intendeva. Il pittore impressionista rimase incantato dal Ponte Vecchio e lo dipinse, descrivendolo come "un gioiello di leggerezza in un piccolo borgo straordinariamente pittoresco". Una definizione coniata nel 1884, ma tuttora valida per Dolceacqua, romantico paesino medievale nell'entroterra ligure.


Continuando la salita per il castello (che è stato abitato fino al 1744), si incontrano passaggi coperti, archi, case povere e antiche, qualche palazzotto nobiliare come quello della Caminata, con i portali decorati dallo stemma della famiglia dei Doria, i feudatari, e tante botteghe artigiane. Dolceacqua è anche un centro rinomato per i culturi della gastronomia: qui si possono degustare il Rossese, il vino a denominazione d'origine controllata prodotto in minime quantità, dal color rosso rubino e dal sapore aromatico, e l'olio extravergine di oliva, con un profumo fruttato e il gusto dolce. Si gustano tante altre specialità, dalle olive alle ricette della cucina ligure, nei tanti agriturismo intorno al borgo e nei ristoranti della zona moderna. Da visitare anche la chiesa di San Giorgio, presso il cimitero, che conserva parti delle fasi romanica, gotica e barocca: costudisce il polittico di Santa Devota, capolavoro di Ludovice Brea del 1515 e ha il campanile inserito in una delle torri della cinta muraria. Tutto intorno a Dolceacqua, poi, le terrazze coltivate a uva, olive e fiori, come d'obbligo in questo lato della Riviera ligure.
23/06/09
Cerimonia dell’accoglienza dell’Anfora (testimone della staffetta antiviolenza alle donne)

tristemente balzata alla ribalta per l’uccisione di Lorena e terminerà nella città dove è stata vittima della violenza Hina.
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Dolceacqua - Ha fatto gli onori di casa, nella moderna sala riunioni , il neo Sindaco Fulvio Gazzola affiancato dalle rappresentanti dell’UDI (Unione Donne Italiane)
Riuscitissima la cerimonia dell’accoglienza dell’Anfora (testimone della staffetta antiviolenza alle donne) organizzata al Castello di Dolceacqua nel tardo pomeriggio di ieri lunedì 22 giugno; ha fatto gli onori di casa, nella moderna sala riunioni , il neo Sindaco Fulvio Gazzola affiancato dalle rappresentanti dell’UDI (Unione Donne Italiane) ; la corale femminile (con la solista Laura),le note
musicali di Cristina Squarciafichi hanno intervallato la nutrita relazione sulla “Storia delle donne” ed i brani poetici partecipati ai presenti da Pia Orsini . A nome del Gruppo donne del Ponente per le pari opportunità Lucia Corn ha ricordato, in particolare, 4 donne vittime di maltrattamenti e violenze gravissime in questi ultimi anni in Riviera: Giuseppina Sola,Maria Angela Rubino, Carmela Gagliardi, Antonella Multari. Dall’8 marzo 2006 è attivo un numero di pubblica utilità 1522 “Antiviolenza donne” dedicato al supporto, alla protezione
E all’assistenza di donne vittime di violenza, il n° verde antitratta (sfruttamento lavorativo , sessuale ecc.) è il seguente: 800290290.Al buon esito della manifestazione si è brindato con rossese, michetta e torta verde….. al termine dell’incontro !!!
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30/05/09
Dolceacqua e dintorni


Dolceacqua è un borgo medievale della Val Nervia, distribuito lungo il torrente omonimo. La parte più antica, dominata dal castello dei Doria e chiamata Terra, è posta ai piedi del monte Rebuffao; la parte più moderna, il Borgo, si allunga sulla riva opposta, ai lati della strada che risale la valle.
Il viaggiatore attento si potrà accorgere che quello che sta attraversando è solo il nucleo moderno, sorto tra l'Aurelia e il mare per adeguarsi alla richiesta turistica e all'incremento davvero vertiginoso dell'edilizia, che a partire dagli anni '50 ha fatto sì che Bordighera, i Piani di Vallecrosia, la parte a mare di Camporosso e Ventimiglia si configurassero come un unico agglomerato quasi senza soluzione di continuità. In questa zona, lungo la Via Aurelia, in mezzo ai nuovi fabbricati si riconoscono alcune abitazioni del primissimo Novecento.
La sua posizione territoriale rende infine Vallecrosia un’ottima via d'accesso per raggiungere i vicini centri della Riviera dei Fiori e della Costa Azzurra e delle zone collinari, caratterizzate da paesi e borghi di origine medioevale, sorti sul corso di torrenti e vallate.
Lunga 1,3 km, la spiaggia di ciottoli è piuttosto ampia. Ci sono spiagge libere e 5 stabilimenti privati. Nei mesi di luglio e agosto gli animatori terranno compagnia ai turisti mattino e pomeriggio con attività di acquagym, fitness e tecniche acquatiche e con animazione radiofonica in diretta sulla spiaggia. Per garantire la sicurezza e per la tranquillità dei turisti vi è inoltre un’unità mobile di rianimazione per emergenze e pronto soccorso.Sul lungomare sono presenti servizi igienici custoditi.